Archivi del mese: agosto 2006

Lapo di mare

Lapo sarà anche generoso, allegro e gentile, ma come esperto d’immagine non convince. È il nipote dell’Avvocato, e questo gli vale un ruolo dinastico ai vertici della Feroce e uno stipendio miliardario per mansioni che molti svolgerebbero meglio di lui. Una delle tare della grande imprenditoria italiana è il familismo dinastico, e gli Agnelli non fanno eccezione. Non è questo il difetto peggiore della Fiat, come non lo sono i “vizietti” privati del nostro. Quello che dà fastidio è la presa per i fondelli del suo “rilancio mediatico”, perché è proprio lì che casca l’asino (in senso figurato, off course), ed è lì che il figlio di Margherita la prolifica e Alain l’intervistologo mostra la corda come plasmatore d’immagine. 
Una vicenda come la sua (sesso alternativo, droghe pesanti, morte per overdose sfiorata…) suggeriva una ben più lunga quarantena all’estero per essere non dico dimenticata, ma almeno metabolizzata dall’opinione pubblica mondiale. E soprattutto richiedeva un suo ritorno all’operatività non dico segreto, ma almeno in sordina. Invece gli sforzi che qualche staff con nostalgie rubiolesche sta facendo per il suo restyling sono così goffi da sortire l’effetto opposto. Sulle Tv e sui rotocalchi da pettinatrice, ecco Lapo a Miami mentre gioca a calcio in spiaggia, Lapo ai mondiali, Lapo e il rugby, Lapo al capezzale di “Pessottino”… 
Oggi lo si vede sulla copertina di “Chi” al timone della barcona a vela del nonno, che lui non saprebbe guidare neanche fuori dal porto, andando a motore. E ancora si nota la busiarda che s’infiamma per le unioni gay, e Specchio che presenta la coca come droga di gran moda, che serve anche a lavorare, e che comunque si controlla… Tutto riconduce a Lapo, ma perché ce lo vogliono imporre a tutti i costi come modello? I suoi vizietti saranno sicuramente fatti suoi, ma sempre vizietti restano. E non diano la colpa di certi fotoservizi ‘giornalistici’ ai paparazzi e alle penne dei gossipologi che li scatenano. 
Certi servizi si pagano, altro che subirli! Dei due cugini primi di Lapo, per dire, (parlo dei figli di Umberto) si sa poco o nulla. Persino di suo fratello Jacky è raro veder foto e aver notizie private. Perché basta dirlo chiaramente, e certa stampa ti lascia in pace. Si chiama “understatement”. Stile. Perché invece Lapo ci vuole apparire su “Chi” coi suoi tatuaggi da tamarro, in pose da vecchio lupo di mare che più artefatte non si può, e col titolone “Attenti, sto tornando“? Viene quasi da rispondergli: “La ringraziamo per averci avvertiti e l’aspettiamo sull’attenti. In fila contro il muro”.

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